E perchè ti affanni per il vestito? Osserva come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
(Mt 6,28-29)
Questi due versetti sono l’input per questa serie di disegni, riproduzioni fedeli di abiti presi in prestito da grandi maestri dell’arte classica e contemporanea, per creare un grande rebus visivo. L’ammonizione dei versetti di Matteo sono una perfetta riflessione disarmante sull’attualità, ma anche, valore universale e spunto di riflessione.
Proprio il vestito diviene il soggetto, sottratto dal suo personaggio diventa protagonista di un lavoro concettuale, che induce lo spettatore ad una serie di scoperte, dettagli, simbologie e chiavi di lettura. Questa opera intende catturare l’attenzione su tutto quello che è secondario, ma non sicuramente in fatto di importanza o carica allegorica.
Osservando il vestito lo spettatore è invitato a decifrarne il contesto, la provenienza, ma anche a indagare su quanto questa sottrazione del personaggio renda attuale e senza tempo un soggetto. L’annullamento dello spazio e del protagonista , proietta il Vestito e con esso la rappresentazione di alcune simbologie e valori in sfera atemporale, in cui lo spettatore è invitato a proiettarsi.