Fabrizio Cotognini, Il bestiario morto, 2010, cm 200 x 200, organic media on paper, courtesy of the artist and Prometeogallery of Ida Pisani.
Il progetto “IL BESTIARIO MORTO”, riguarda una riflessione contemporanea sul concetto della migrazione-immigrazione. Proprio per questo motivo ho scelto di lavorare con la metafora dell'Uccello simbolo perenne della rappresentazione dell'anima e quindi della parte spirituale dell'uomo.
In questo lavoro la figura dell'uccello perde la valenza simbolica legata al fisiologo medievale, pur mantenendo l'iconografia che gli è propria, ma viene riproposto in una chiave metaforica contemporanea, assumendo cioè tutti quelli che sono i comportamenti dell'individuo all'interno della società: ad esempio la meschinità nel caso del cuculo, l'intimità nel passero solitario, la forza nel picchio di Marte, etc.
Gli uccelli divengono cosi' il soggetto di un moto di gioco di parole. Migrazione-Immigrazione. Due temi contrari e paralleli. Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, periodico (stagionale), lungo rotte ben precise (ed in genere ripetute), e che coprono distanze anche molto grandi, ma che, poi, sono sempre seguiti da un ritorno alle zone di partenza.
In questo caso l'uccello segue il suo istinto naturale. L'immigrazione invece è il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine; dal punto di vista del luogo di destinazione il fenomeno prende questa denominazione, proprio questo fenomeno che spesso è indotto e forzato da situazioni socio-politiche. Il lavoro si pone proprio come un calembour che permette all'osservatore di essere complice di questo esodo contemporaneo.