Incisione a punta secca su carta carbone di Nottingham montata su light box, 78x58x15cm.
Testo di Antonello Tolve
La storia e la mitologia. E poi, ancora, la metafora e la metonimia arguta. Il lavoro di Fabrizio Cotognini segue un andamento linguistico che azzera la dimensione temporospaziale per fare i conti con i brani del passato e ricostruire l'antico mediante espedienti metodologici di natura analitica. Con La testa di Sant'Andrea (2012), trittico dedicato ad uno dei sovrani delle caste di Gerusalemme, l'artista evidenzia, ora, una riflessione sulla società contemporanea a partire dal possesso della reliquia, e cioè da un emblema di potere politico. Ripercorrendo i fatti accaduti durante le crociate, l'artista crea, così, un ponte immaginifico – una lenta passerella suggerirebbe Heidegger lettore di Ölderlin – tra l'arcaico e l'attuale per porre l'accento su una questione (e forse anche su una ferita), quella del potere politico, ancora aperta e delicata.