Fabrizio Cotognini, Con gli occhi di Paolo, 2012, matita, penn, biacca su carta giapponese montata su legno, 100 cm x 280 cm, courtesy collezzione Anna e Giorgio Fasol, Verona
Nato da una riflessione che mette insieme l'arcaico e l'attuale, Con gli occhi di Paolo (2012) delinea uno spostamento metaforico in luoghi e tempi distanti tra loro per creare un cortocircuito visionario teso a costruire nuovi pensieri, nuove forme di critica al sistema planetario.
Il desiderio di costituire la presenza del passato nei gesti contemporanei nasce dalla lettura del San Paolo di Pier Paolo Pasolini (1968-1977). Al centro del discorso, c'è infatti, la figura di Paolo, perché «Paolo ha demolito rivoluzionariamente, con la semplice forza del suo messaggio religioso, un tipo di società fondata sulla violenza di classe, l'imperialismo e soprattutto lo schiavismo […]».
E partendo proprio dal sonno di Paolo descritto da Paolini, da un sogno febbrile durante il quale appare un giovane tedesco, Con gli occhi di Paolo intreccia storie differenti, crea analogie, propone prospettive oblique rispetto agli eventi.
Il giovane tedesco che appare in sogno a Paolo nella sceneggiatura di Pasolini è rappresentato, in questo caso, dalla figura di Erwin Rommel, la volpe del deserto che, allo stesso modo di San Paolo, ha prima servito il potere per poi disertarlo e insidiarlo dall'interno (Rommel è conosciuto, difatti, per aver complottato la morte di Hitler). Accanto a questi personaggi cardinali, sono raffigurati, in ambienti differenti, due mezzi di trasporto umani, il cavallo e il carro armato, per evidenziare un'ulteriore affinità. Al cavallo di Paolo (ad un essere portatore di anima) è contrapposto, per consonanza, il carro armato Panzer Tiger 2 (una macchina) simbolo dell'avanzata industria bellica tedesca, del progresso e dello sfruttamento.
I luoghi biblici (Roma e Gerusalemme) vengono sostituiti, infine, da luoghi pasoliniani (New York in primis) per spostare il teatro dei fatti dal mediterraneo all'atlantico, dalla culla della cultura alla culla dell'industria bellica attuale.
Anche attraverso la scelta dei materiali e delle tecniche Con gli occhi di Paolo forma un groviglio tra climi differenti. I quattro pannelli, interamente realizzati in carta pergamena e carta giapponese, indicano, difatti, prospettive simboliche di natura strumentale. Gli interventi a lapis e inchiostro palesano il passato, mentre le stampe realizzate con petrolio marcano, dal canto loro, le condizioni di sfruttamento a cui è sottoposto il mondo contemporaneo, le condizioni di un potere che ha perso l'orizzonte futuro e distrugge ogni labile speranza.