Ma quale, tra tutti i mondi, è il più esclusivo? affronta un problema, quello dei segni che, nell'analisi deleuziana, si configura come prefisso indispensabile a rileggere «segni che costituiscono mondi differenti, vacui segni mondani, segni mendaci dell'amore, segni sensibili materiali, e infine segni essenziali dell'arte, capaci di trasformare tutti gli altri» (Deleuze). E proprio a partire dalle manovre creative di Fabrizio Cotognini, Maria Crispal (sua la performance di apertura che si svolgerà sabato 14 maggio, ore 19.30), Pierpaolo Lista, Carmen Laurino, Massimo Lovisco, Enrica Rebeck e del collettivo ElleplusElle (che proporrà un secondo spettacolo sabato 28 maggio, ore 19.30), la mostra intende offrire alcuni mondi capaci di ripensare la realtà, di trasformarla, bucarla con lo sguardo attento dell'immaginazione e della necessaria decelerazione critica. Di una decelerazione tesa a riconsiderare quella velocità che declassa il pensiero critico per favorire un ambiguo futurismo del presente.
«Creatore di mondi che attraversano, urtano e reinventano la realtà», ha scritto Antonello Tolve, «l'artista assume – a proprie spese, e senza rate – un criterio di gestione emozionale teso a proporre, con coraggio intellettuale e indipendenza culturale, una galassia estetica in cui l'uomo ritorna al proprio pensiero. Bucando la prigione terrestre, l'artista spinge il proprio operato al di là delle certezze e delle scelte di potere per evidenziare una volontà che, se da una parte si proietta in quel ben singolare destino di cui siamo, noi e il mondo, la destinazione infinita, dall'altra, trasforma la materia – e il problema – della natura umana in formula interrogativa (quaestio mihi factus sum) e in azione creativa volta a proporre – nel segno della diversità e della coesistenza – mondi diversi, diverse strategie creative. Ma quale, tra tutti i mondi, è il più esclusivo?».